Carta del Docente: in scadenza i soldi non spesi

Il benefit concesso ai docenti, secondo la carta del docente, per l’aggiornamento professionale non hanno una durata illimitata. In merito al diritto di spesa, il MIUR ha fissato delle tempistiche ben precise; entro il 31 agosto infatti, i soldi della Carta del docente dovranno essere spesi previo deposito su un carrello elettronico che ne consentirà il riutilizzo a partire dall’anno scolastico successivo.

I soldi sono per sempre?

La risposta è no. Il bonus dei 500€ è accumulabile per un massimo di due anni, previa perdita del beneficio. Tale introduzione è stata resa necessaria per evitare l’accumulo eccessivo di denaro dai docenti. Per chiarimento, il benefit dell’anno scolastico 2016/2017 se non opportunamente speso entro il 31 agosto 2018 andrebbe perso; resta confermato che anche per il 2019 sarà stanziata la stessa cifra ai docenti di ruolo.

Cosa acquistare?

Si ricorda che la carta del docente è un’iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca prevista dalla legge 107 del 13 luglio 2016 (Buona Scuola), art. 1 comma 121, che istituisce la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche.

La carta può essere utilizzata per l’acquisto di:

  • libri e testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • hardware e software;
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015(Buona Scuola).

La Soft.Lab è accreditata con il MIUR come esercente autorizzato per il rilascio di aggiornamenti software per la formazione professionale a tutti i docenti che usufruiscono di questo vantaggio.

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La normativa sismica in Italia: l’evoluzione

L’Italia è un territorio dalla forte vocazione sismica; sebbene dati veri e propri di questi eventi, soprattutto intorno all’anno 1000, sono difficili da conoscere e interpretare in quanto classificabili solo per l’evidenza del danno, esiste un Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI11) realizzato dall’INGV. Particolare attenzione meritano due eventi, i cui effetti furono particolarmente distruttivi con una magnitudo Mw pari a 6; il terremoto del 1627 e quello del 1646. Quello del 30 luglio 1627, che fu particolarmente gravoso nella zona del Sannio e delle puglie, è uno dei più forti di quell’epoca con una magnitudo Mw Richter pari a 6.7 e un’intensità epicentrale I0 10 MCS. A seguito di questo tragico evento fu brevettato il primo metodo antisismico conosciuto in Italia, noto come “costruzione baraccata alla beneventana”.

La normativa sismica: il primo regolamento edilizio

Il 5 febbraio del 1783 un altro evento sismico colpì il sud Italia e nello specifico la Calabria; le scosse dei mesi successivi porteranno ad un bilancio finale di circa 35000 vittime e viene emessa la Legge del Marzo 1784 denominata “Istruzioni per la ricostruzione di Reggio” in cui si conferma l’utilizzo del sistema baraccato istituendo così il codice borbonico antisismico.

Nel 1859 con il terremoto di Norcia e a seguito di quello che colpì il napoletano nel 1857 che fece 12000 vittime, il Governo Pontificio di Pio IX emanò il Regolamento edilizio nel quale si fissarono 4 limiti fondamentali:

  • altezza massima della struttura pari a 8.5 m;
  • spessore minimo delle murature che, anche per quelle interne, doveva essere 60 cm;
  • le murature esterne dovevano avere una scarpata di almeno un ventesimo dell’altezza;
  • si definiva il collegamento tra muri interni ed esterni.

Nel 1884 a seguito del terremoto di Casamicciola (Ischia) venne emessa la Legge n.1985 del 5 marzo del 1884 in cui si definivano:

  • altezza massima delle nuove costruzioni pari a 10 m;
  • vietate le costruzioni spingenti;
  • limitati gli aggetti ai balconi a 60 cm.

Nei primi anni del ‘900, con il Regio Decreto n. 193 del 18 Aprile 1909 (G.U. n. 95 del 22 Aprile 1909), nascono le “Norme tecniche ed igieniche obbligatorie per le riparazioni ricostruzioni e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 dicembre 1908 e da altri precedenti elencati nel R.D. 15 aprile 1909 e ne designa i Comuni.” e Circolare n. 2664 del 20 Aprile 1909 “Istruzioni tecniche”. Nello specifico vengono riportate:

  • l’esclusione delle strutture spingenti;
  • il collegamento fra le strutture;
  • la limitazione di 5 metri tra le strutture portanti;
  • che le costruzioni fossero realizzate con “…. una ossatura in legno, di ferro, di cemento armato o di muratura armata”, limitando la muratura, in mattoni o in blocchi di pietra squadrata o listata, alle costruzioni di un solo piano;
  • esclude l’edificabilità su siti inadatti (paludosi, franosi, ecc…).

Con la legge n.64 del 2 febbraio 1974 si approva il primo documento che prevede una classificazione sismica nazionale del territorio e si iniziano a definire le prima norme tecniche.

Dagli anni ’90 alle NTC 2018

Sulla base delle indicazioni emanati dalla legge 64 sono stati emanati vari decreti tra cui quelli relativi ai carichi e sovraccarichi e quelli contenenti prescrizioni per le costruzioni in zona sismica, culminati in due distinti D.M. emanati il 16/01/1996. Il Decreto Ministeriale del 9 Gennaio 1996. (G.U. n.29 del 5/02/1996) “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in c.a. normale e precompresso e per le strutture metalliche” segna un passaggio importante. Emanato sulla base delle indicazioni della Legge n. 1086 del 5 Novembre 1971. Con tale Decreto:

  1. non si fa più riferimento al numero di piani di un edificio, ma alla sua altezza massima;
  2. anche nelle zone sismiche è possibile adottare il metodo di verifica agli stati limite oltre a quello alle tensioni ammissibili;
  3. vengono limitati i danni alle parti non strutturali ed agli impianti attraverso il controllo degli spostamenti;
  4. si introduce un coefficiente di risposta R dipendente dal periodo della struttura per la definizione delle forze sismiche.

Nel 2003  con l’Ordinanza del Consiglio dei Ministri OPCM n. 3274 del 20 Marzo 2003 (G.U. n. 105 del 8/05/2003) nasce il documento “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”. Per la prima volta si recepivano i contenuti degli Eurocodici, rendendo obbligatorio il calcolo semiprobabilistico agli stati limite e l’analisi dinamica con spettri di risposta. La progettazione inizio a favorire la plasticizzazione di alcune parti della struttura rispetto ad altre (Criterio di Gerarchia delle Resistenze). Essa inoltre conteneva i criteri per l’individuazione, formazione ed aggiornamento delle zone sismiche, introducendo una quarta zona a bassa sismicità, dove tutto il territorio nazionale venne classificato come sismico e suddiviso in 4 zone, caratterizzate da pericolosità sismica decrescente.

D.M. 14/01/2008: “Norme Tecniche per le Costruzioni” entrata in vigore nel 1 luglio 2009 a seguito del terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009. Nonostante qualche dettaglio che ricorda il passato, questa norma rappresenta un pieno recepimento degli Eurocodici, che sono espressamente richiamati come norme utilizzabili in Italia. Essa ribadisce la centralità del metodo semiprobabilistico agli stati limite nella verifica della sicurezza delle costruzioni. Il metodo delle tensioni ammissibili viene ancora citato, ma il suo utilizzo è limitato al caso di edifici ordinari ricadenti in zone a bassissima sismicità.

Dopo circa 10 anni di essenza di decreti o circolari riguardanti aggiornamenti o supplementi alla normativa sismica, è stato pubblicato e da poco entrato in vigore il Nuovo D.M. 17/01/2018 “Aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni”. Tale Decreto porta in sé alcuni differenze rispetto al precedente, non molto rilevanti, ma sicuramente risulta essere più chiaro ed esaustivo su molti aspetti, nei riguardi di verifiche di resistenza, duttilità, aspetti geometrici ecc.

Tutorial SismoCheck: classificazione sismica degli edifici

Il SismaBonus, approvato con la Legge di Bilancio 2017 e confermato anche per il 2018, è uno degli strumenti più importanti per dare un impulso all’edilizia italiana. Il benefit consiste in una sgravio fiscale, per un massimo dell’85% e un importo di 96.000€, che si possono ottenere nel caso di intervento di miglioramento o adeguamento sismico sul fabbricato. Con SismoCheck, il modulo che opera direttamente nell’ambiente di IperSpace BIM  è possibile, attraverso due elaborazioni rispettivamente per la struttura allo stato di fatto e per la stessa dopo l’intervento di riduzione del rischio sismico, determinare la classe attraverso il metodo convenzionale. Il software inoltre, al termine del processo, consente di redigere tutta la documentazione richiesta come il documento di asseverazione e la relazione completa da fornire alle autorità competenti. Di seguito si riporta un videotutorial che mostra la classificazione del rischio sismico di un fabbricato esistente in cemento armato con il metodo convenzione tramite l’utilizzo del modulo SismoCheck.

Gli argomenti trattati nel tutorial SismoCheck sono i seguenti:

  • realizzazione calcolo NTC 2018;
  • controllo elementi non verificati;
  • coefficienti di sicurezza sismici;
  • ricombina calcolo;
  • importazione struttura rinforzata;
  • utilizzo del modulo SismoCheck;
  • valutazione della classe di rischio sismico;
  • relazione.

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Tutorial IperSpace & NTC 2018: analisi di una struttura in cemento armato

Secondo video della serie di IperSpace BIM, riguardante l’analisi e la verifica di una struttura in cemento armato in ottemperanza al D.M. 17/01/2018 (NTC 2018). Dopo il tutorial riguardante la modellazione di un fabbricato, lo stesso viene riproposto per il calcolo strutturale e la realizzazione degli elaborati grafici da consegnare al Genio Civile. Il video realizzato con la versione Mac di IperSpace,  tratta i seguenti argomenti:

  • controllo dati;
  • definizione spettro di progetto;
  • scenari di calcolo;
  • analisi cinematica;
  • verifica di duttilità;
  • calcolo baricentri;
  • analisi di buckling;
  • analisi modale;
  • visualizzazione delle deformate;
  • diagramma delle sollecitazioni;
  • disegno e calcolo delle armature
  • carpenterie;
  • gestione e creazione delle tavole
  • stesura relazione.

Approfondimento: il programma di calcolo strutturale IperSpace non è nativo per MAC ma è perfettamente integrato nei sistemi MAC OS grazie all’emulatore WINE e al server grafico XQuartz. Questa soluzione consente di utilizzare IperSpace sui sistemi operativi Apple ed evita di installare una partizione Windows. I requisiti di sistema minimi per il corretto funzionamento del software sono: processore Intel/AMD 64 bit, frequenza del processore 2.8 GHZ, 4 GB di RAM, scheda grafica con accelerazione OpenGL. I sistemi operativi consentiti sono Windows 7, 8, 10 (64 bit), Mac OS (64 bit), Linux (64 bit).
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Tutorial IperSpace: modellazione strutture in cemento armato

Modellazione di strutture in cemento armato secondo questo video tutorial realizzato con il software di calcolo strutturale IperSpace. Nel video vengono mostrati i comandi di base per la realizzazione di un fabbricato multipiano dotato di scale e corpo ascensore; ogni passaggio è accompagnato da una spiegazione minuziosa di ciò che viene fatto e proposto. Gli argomenti trattai nel tutorial sono:

  • importazione file dxf;
  • realizzazione sezioni e scelta dei materiali;
  • realizzazioni travi e pilastri;
  • fondazioni (travi alla Winkler);
  • dimensionamento scala;
  • copia spostando;
  • tamponamenti;
  • immissione carichi;
  • definizione dello scenario di calcolo secondo NTC 2018;
  • controllo dati e risoluzione degli errori.

IperSpace BIM è una suite completa per il calcolo strutturale agli elementi finiti BIM oriented. Consente il calcolo, la verifica e la modellazione di strutture in calcestruzzo, metallo e legno (dunque anche miste con la coesistenza delle tre famiglie di materiali).

Viene progettato intorno ad una struttura completamente modulare, mettendo quindi a disposizione plugins aggiuntivi che consentono di risolvere in maniera semplice problemi complessi. Alcuni plugins rappresentano delle soluzioni realmente inedite e sofisticate che consentono la modellazione di macrostrutture di una certa complessità.

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