Di seguito si riportano le parole dell’ing. Fabrizio D’Aloia:
Un pezzo di vita ti scorre davanti, all’improvviso, come le scene di un film che riavvolgi in una vecchia cassetta VHS che ti ricompare improvvisamente davanti. Qualche tempo fa l’ing. Dario Pica mi aveva chiamato per dirmi che mi aspettava in azienda per regalarmi una copia del libro “IperSpace, che passione!”, da lui scritto ed edito dalla Soft.lab, la software house fondata insieme nel lontano 1984, che sviluppa software grafico per il calcolo di strutture antisismiche.
Ero in partenza per Londra ed al rientro me ne ero completamente dimenticato fino a quando incontro casualmente l’arch. Pio Castiello, un amico comune, che me lo fa ritornare in mente. Ci organizziamo subito per andare a trovare l’ing. Pica quello stesso pomeriggio, a Ponte dove ancora oggi sono gli uffici della Soft.Lab.
Ad accogliermi è Antonella, la mia prima personal assistant oltre 35 anni fa, fedele all’azienda come l’Arma dei Carabinieri allo Stato.
È stato un tuffo nel passato. Così lontano, ma così vicino. Tanti ricordi. Una vita trascorsa cavalcando l’onda – continua Fabrizio D’Aloia – del cambiamento indotto dalla rivoluzione digitale che ho contribuito a realizzare e da cui ho tanto avuto, ben oltre le mie più rosee aspettative. Soft.Lab, è stato il mio primo vero amore imprenditoriale.
L’ing.Pica, che per rispetto non ho mai avuto il coraggio di chiamare Dario, è stato il mio mentore e padre professionale che, con l’esempio, mi ha trasmesso l’etica negli affari. Un vero maestro di vita.
Due pietre miliari della mia vita.
Leggere la storia della Soft.Lab, la dedica a me riservata, vedere le foto del primo logo da me ideato e disegnato da Marcella Monti, il package del primo software SPACE, la foto di quando a 18 anni abbiamo fondato la società e la lettera della Apple (allora si chiamava ancora Apple Computer) che ci ringrazia per aver contribuito molto al loro successo! Tutto questo è stata un’emozione inaspettata e forte che mi ha lasciato senza fiato come un improvviso pugno allo stomaco.
Una gratificazione inattesa che ha dato un senso forte a quegli anni di duro lavoro, di passione, di grande esperienza, propedeutici a quello che sarebbe poi stato il progetto chiave della mia maturità imprenditoriale: esplorare il nascente universo Internet e della società digitale fondando People’s Network prima e Microgame subito dopo.
Il libro dell’ing.Pica sembra quasi il prologo a quello magistralmente scritto qualche tempo fa da Vittorio Lusvardi “La miliaresima mano”, sulla storia di Microgame ed il suo fondatore Fabrizio D’Aloia.
Ad entrambi va il mio apprezzamento e ringraziamento per aver reso omaggio al mio lavoro ed alla mia passione per la tecnologia a cui continuo a dedicare la via vita. L’emozione non ha voce, recita una vecchia canzone di Celentano, e riesco a scrivere queste parole solo qualche giorno dopo l’incontro e con la mente ancora confusa e incredula.
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