IperSpace BIM vs Straus7: software a confronto

I software per l’ingegneria civile sono un valido sostegno per il tecnico-strutturista per la realizzazione di opere strutturali e geotecniche di notevole rilevanza. L’ing. Giuseppe Guida, ingegnere forense, ha prodotto un caso di studio dal titolo “IperSpace BIM vs Straus7” per quanto concerne la modellazione e l’analisi statica lineare di un fabbricato in cemento armato di 3 piani fuori terra ed 1 piano interrato, realizzato con due software distinti: Straus7 distribuito dalla HSH ed IperSpace BIM prodotto e commercializzato da Soft.Lab.

Modellazione geometrica

Il fabbricato presenta una superficie utile di 600 mq e strutturalmente, è costituito da un piano interrato con pareti perimetrali in cemento armato e da un’intelaiatura in c.a. per due piani; l’ultimo impalcato è realizzato con pilastri in c.a. e falde in lamierato attestate su profili metallici. La fondazione è diretta a platea su suolo modellato alla Winkler ed il calcolo è stato realizzato con le NTC 2008. Definita la geometria si è passati alla modellazione con i due software: sono state creati i modelli, le condizioni di vincolo e di carico e sono state utilizzate tre combinazioni per il confronto: SLU_STA_01, SLV_X1 e SLV_Y1. Il modello geometrico di input tra IperSpace BIM e Straus7 risulta pressoché uguale.

Analisi dei risultati

L’analisi sismica è stata condotta con analisi modale su 18 frequenze combinate con tecnica CQC e avendo utilizzato due spettri di progetto: q=3.1 (sovrastruttura) e q=1.5. Per quanto riguarda l’analisi modale e l’analisi spettrale della sovrastruttura, i periodi e le relative masse partecipanti risultano pressoché le stesse così come le deformate di ogni singolo impalcato. Successivamente si è passati al confronto dello stato di sollecitazione nei pilastri e nelle travi i cui diagrammi sono confrontabili. La parte in fondazione calcolata con q=1.5 presenta dei diagrammi compatibili e che numericamente presentano un discostamento irrilevante.

Conclusioni

I risultati ottenuti con i due codici appaiono fra loro ben sovrapponibili, con differenze tecnicamente non significative.

Per visualizzare lo studio completo “IperSpace BIM vs Straus7” ed i dettagli del dossier:

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Premium Day Soft.Lab 19 Maggio 2018

Nella straordinaria cornice delle colline del Sannio presso la Sala Templum dell’Hotel Lemi di Collepiano (BN), la Soft.Lab è lieta di ospitare i tecnici italiani in un appuntamento di formazione e aggiornamento: il Premium Day.

La giornata vuole essere un incontro tra le menti dei nostri software, personalità dal mondo accademico e strutturisti per approfondire tematiche di stretta attualità riguardanti l’edilizia. Oltre agli aspetti teorici e di natura tecnica, sarà organizzato un corso ad hoc sulle novità delle nuove versioni dei software attraverso esempi di modellazione e calcolo.

Il programma

                         10:00 Accoglienza e registrazione
                         10:30 Corso di formazione: IperSpace BIM Tutte le novità
Ing. Dario Nicola Pica
CEO & Founder Soft.Lab
                         11:30 Coffee Break
                         12:00 Corso di formazione: IperSpace BIM Tutte le novità
Ing. Dario Nicola Pica
CEO & Founder Soft.Lab
                         13:30 Pranzo
                         15:00 NTC 2018 e sisma bonus: evoluzione normativa ed esempi applicativi
Prof. Giuseppe Maddaloni
Docente di Tecnica delle Costruzioni UNISANNIO
                         16:30 Corso di formazione: Monolith 3 e NTC 2018
Ing. Stefano Ciaramella
Technical Consultant Soft.Lab
                         17:30 Termine lavori

Il costo di partecipazione al Premium Day è di €98 IVA inclusa, quota riservata  ai clienti aggiornati alla versione BIM di IperSpace, altrimenti €122 IVA inclusa per i clienti non aggiornati all’ultima versione di IperSpace.

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Intervista al prof. Luigi Petti sulle NTC 2018

Dopo aver affrontato le novità delle NTC 2018 attraverso dei focus dedicati sulle strutture in cemento armatoacciaiolegno, muratura e opere geotecniche, abbiamo colto l’occasione per conoscere anche il punto di vista accademico sulla questione. A questo proposito, abbiamo intervistato il prof. ing. Luigi Petti, docente associato di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università degli Studi di Salerno, presidente di LACE e membro del Comitato Scientifico di Soft.Lab.

Professore, la pubblicazione delle Norme arriva dopo anni di continui rilanci e ritardi; cosa cambia per lo strutturista?

Le NTC 2018 appena varate, in continuità con le NTC 2008, rappresentano un ulteriore passo verso una maggiore integrazione del nostro quadro normativo nei confronti degli Eurocodici. Sebbene lo schema del nuovo testo rispecchi quello delle precedenti norme, sono state introdotte numerose innovazioni e chiariti alcuni aspetti che hanno determinato zone d’ombra nelle NTC 2008. Tra tutti, evidenzio due aspetti di particolare interesse per i professionisti: le verifiche degli elementi secondari e la possibilità di progettare strutture non dissipative. Per quanto attiene alle verifica prestazionale dei cosiddetti elementi secondari e, più in particolare, degli impianti, le nuove norme individuano ora esplicitamente le prestazioni da raggiungere per le differenti classi d’uso, richiedendone in maniera esplicita la verifica di stabilità ovvero di funzionalità in considerazione della rilevanza della costruzione. Questo aspetto, già richiamato ma non definito esplicitamente nelle vecchie norme, rappresenta un notevole passo avanti verso una reale progettazione integrata in cui le componenti strutturali, architettoniche ed impiantistiche non possono essere considerate separatamente. Di notevole interesse risulta inoltre la possibilità di progettare costruzioni non dissipative, permettendo alle NTC 2018 di usare un fattore di comportamento (nuovo termine con cui si indica il fattore di struttura) fino a 1,5 nei confronti delle verifiche allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita. In tal modo si aprono nuovi scenari per i professionisti che potrebbero valutare la possibilità di progettare, in alcuni casi, strutture non duttili senza aggravi di spesa e con importanti ricadute sulla semplificazione dell’esecuzione. Nel caso invece delle strutture duttili, ora è possibile verificare (e quindi progettare) la duttilità dei singoli elementi strutturali, consentendo al progettista, in ultima analisi, la possibilità di ottimizzare i dettagli costruttivi e quindi contenere i costi di costruzione; naturalmente è sempre possibile adottare le prescrizioni e le regole per i dettagli costruttivi similmente a quanto era già previsto nelle NTC 2008.

Tra le novità del nuovo testo c’è sicuramente il Capitolo 8 riguardante le Costruzioni Esistenti. Il testo, per questi fabbricati, riporta livelli di sicurezza più bassi rispetto a quelli di nuova costruzione. Può aiutarci a fare chiarezza?

Per quanto attiene alle costruzioni esistenti, le nuove norme chiariscono meglio i principi alla base delle verifiche e definiscono finalmente in modo esplicito i coefficienti di sicurezza minimi, ovvero l’incremento degli stessi, da raggiungere con gli interventi di miglioramento o adeguamento. A tal proposito, è interessante evidenziare che le tipologie di interventi previste, pur rimanendo le stesse, vengono dichiarate nella nuova norma in ordine inverso: interventi di riparazione locale, interventi di miglioramento, interventi di adeguamento. Tale circostanza va letta come un chiaro intento di perseguire un incremento diffuso della sicurezza complessiva delle costruzioni esistenti, innanzitutto mediante interventi locali in grado di mitigare i meccanismi ed i comportamenti locali fragili. A tal proposito, la nuova norma riporta esplicitamente che l’incremento del livello di sicurezza si persegue, essenzialmente, operando sulla concezione strutturale globale con interventi “anche locali”. È interessante evidenziare, inoltre, che la norma amplia i casi in cui è necessario procedere alla verifica della sicurezza, prevedendo, tra l’altro, l’obbligo di procedere a verifica nei casi di opere realizzate in assenza o difformità dal titolo edilizio abilitativo o in difformità alle norme tecniche per le costruzioni vigenti al momento della costruzione. Tale innovazione pone definitivamente termine al cosiddetto certificato di idoneità statica introdotto dalla L.47/85. Tra le numerose ulteriori innovazioni, è utile evidenziare ancora che ora la norma definisce in modo chiaro quando risulta obbligatorio procedere alla verifica delle fondazioni che, come è noto, ha rappresentato uno degli aspetti critici nell’ambito della pratica professionale in considerazione sia delle difficoltà e dei costi di accertamento che dell’importanza del ruolo delle fondazioni sulla sicurezza statica e sismica dell’edificio nel suo complesso. In ogni caso, l’applicazione piena di tale capitolo potrà avvenire solo a seguito dell’emanazione della Circolare ancora in fase di approvazione.

In merito al ritardo di pubblicazione della Circolare Ministeriale, il CSLP si è espresso sostenendo che “per quanto non in contrasto con quanto riportato dalle NTC 2018, si potranno seguire le indicazioni riportate nella precedente Circolare“. Qual è il suo pensiero a riguardo?

In effetti questo è un punto delicato. Sebbene la congruenza della struttura delle nuove norme con quelle del 2008 consenta in linea di principio di riferirsi alla precedente circolare, è necessario pur tuttavia evidenziare che alcuni punti, tra cui quelli connessi come detto alle costruzioni esistenti, richiedono uno specifico approfondimento.

Un’ultima domanda: molte introduzioni evidenziano un grande passo verso l’armonizzazione con la normativa europea. Sebbene il tessuto europeo sia molto eterogeneo, c’è la possibilità che un giorno vi sia un unico testo per tutti i paesi membri europei?

Su tale fronte si potrebbero aprire molti dibattiti; non vi è dubbio alcuno che l’Europa dovrebbe rappresentare una opportunità per gli operatori economici, siano esse imprese o professionisti ed indipendentemente dalla grandezza degli stessi. Tuttavia, il frammentato quadro normativo non solo tecnico, rappresenta ancora uno dei principali limiti ad una reale apertura dei mercati; l’Europa sta già lavorando sul fronte della standardizzazione dell’uso dei prodotti e dei materiali da costruzione ma molto è ancora da fare ancora sull’omogeneizzazione delle norme.

Grazie professore.

A voi!

CNR: Progettazione, Esecuzione e Controllo delle Strutture in Legno

A pochi mesi dalla pubblicazione delle NTC 2018, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha pubblicato un documento di informazione e formazione per i tecnici specializzati per il calcolo strutturale in legno dal titolo: “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo delle Strutture in Legno”. Il testo, che si presenta alla comunità scientifica con l’acronimo DT 206-R1, è frutto di un decennio di studi da parte del CNR e fa seguito al DT 206/2007; le ricerche, le proposte innovative ed i suggerimenti riportati all’interno di questo documento sono un valido sostegno per la promozione e la crescita del settore e riguardano l’attività dei produttori, costruttori e progettisti.

Gli argomenti salienti che vengono trattati riguardano la caratterizzazione del materiale legno, i criteri e le regole di progettazione, tipologie di collegamenti, progettazione per le azioni sismiche e durabilità, comportamento al fuoco e strutture esistenti.

Il documento è frutto della spontanea collaborazione di un gruppo di specialisti e di operatori del settore soprattutto del mondo accademico; esso ha come fine quello di cogliere al meglio l’esperienza maturata a livello internazionale della normativa europea, senza perdere di vista le singolari caratteristiche della realtà italiana. Si ricorda che il DT 206-R1 non è una norma cogente ma rappresenta un valido supporto ai tecnici impiegati nel calcolo strutturale di opere in legno ed è in linea a quanto già riportano nelle NTC 2018 come affrontato già in un focus dedicato.

Il testo tecnico DT 206-R1, pubblicato a marzo 2018, è sottoposto ad inchiesta pubblica fino al 15 luglio 2018; per inviare suggerimenti, correzioni o chiarimenti inviare una mail  a commenti-norme.dt206r1-2018@cnr.it.

Il DT 206-R1 è consultabile a questo link

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