Intervista all’ing. Giuseppe Pica: le prescrizioni critiche delle NTC 2018

La rubrica online Brain Hunter ha intervistato il General Manager di Soft.Lab, l’ing Giuseppe Pica, riguardo le prescrizioni critiche delle NTC 2018. Il podcast, a cura dell’ing. Marco De Pisapia, consiste in un’intervista audio in cui gli esperti del settore delle costruzioni, condividono la propria esperienza tramite consigli e suggerimenti. Nell’episodio riportato di seguito  l’ing. Pica ha descritto le difficoltà maggiori che i progettisti riscontrano nell’applicazione e nell’interpretazione della norma attraverso l’esperienza dell’assistenza clienti della software house. Tra le criticità maggiori individuate si segnalano: Ascolta il Brain Hunter Podcast dell’ing. Giuseppe Pica:


Tutorial IperSpace: modellazione e analisi di solai in cemento armato

Videotutorial sulla modellazione e analisi di solai in cemento armato con il software di calcolo strutturale agli elementi finiti IperSpace. All’interno del video vengono mostrati i comandi di base, le basi per la modellazione e la definizione dei criteri di verifica per il calcolo di solai in c.a. gettati in opera e con travetti prefabbricati. Gli argomenti trattati sono i seguenti:
  • modellazione e analisi di solai in c.a. con travetti prefabbricati;
  • modellazione e analisi di solai in cemento armato con travetti gettati in opera;
  • visualizzazione delle sollecitazioni agenti e resistenti;
  • applicazione di un carico concentrato;
  • verifiche e stampe.


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Congresso Ingegneria Sismica Italiana – L’Aquila 2019

A dieci anni dal terremoto dell’Abruzzo, avvenuto la notte del 6 aprile 2009, l’Associazione ISI  – Ingegneria Sismica Italiana -, di cui noi Soft.Lab siamo soci, ha scelto la città dell’Aquila come sede del primo congresso nazionale, che si terrà nei giorni del 27 e 28 Giugno 2019.

Con la scelta di L’Aquila, è evidente la voglia di diffondere la conoscenza dell’Ingegnere sismica, delle nuove tecniche di adeguamento e miglioramento per la salvaguardia del patrimonio edilizio e culturale italiano, nell’ottica di giungere ad una progettazione sempre più consapevole della naturale esposizione al rischio del nostro Paese.

Il congresso prevede sei ore giornaliere di formazione, con il rilascio di crediti formativi, dedicate ai più importanti temi di ricerca dell’Ingegneria sismica, tra i quali: resilienza delle strutture, utilizzo di materiali compositi, SismaBonus, tecnologie antisismiche per gli edifici storici-artistici, progettazione degli elementi non strutturali, sistemi di isolamento alla base.

Sono previste, inoltre, due visite nei cantieri più emblematici della ricostruzione post-sismica della città: il primo, relativo al progetto C.A.S.E., edifici realizzati nell’immediatezza degli eventi sismici, con una tappa al Palazzo di Giustizia, fortemente danneggiato a seguito del sisma e riaperto nel 2015 dopo la realizzazione di interventi di isolamento e dissipazione. La seconda visita è nel centro storico della città, per mostrare gli interventi effettuati sulle Basiliche di San Bernardino e Santa Maria di Collemaggio, utilizzando le più moderne tecnologie, nel rispetto della conservazione dei beni culturali dall’alto valore artistico.

All’evento possono partecipare tutte le professionalità e le aziende che operano nel settore dell’edilizia e dell’Ingegneria Sismica. Per le modalità di iscrizioni al Congresso Ingegneria Sismica Italiana e informazioni più dettagliate è possibile consultare il sito www.congressoisi2019.it.

Eletta “La struttura dell’anno 2019”

È stato l’ingegnere Claudio Valeri ad aggiudicarsi, con una particolare progettazione e modellazione di un edificio in calcestruzzo armato multilivello, il premio “La struttura dell’anno” nell’ambito della prima edizione dell’IperSpace Social Contest, il concorso rivolto agli strutturisti che utilizzano il software di calcolo strutturale IperSpace. A decretare il vincitore sono stati i numerosi utenti che nel corso delle settimane hanno votato le diverse strutture proposte sul nostro sito.

La premiazione è avvenuta il 18 Maggio 2019 in occasione del Premium Day, l’evento annuale che Soft.Lab organizza per la formazione e l’aggiornamento degli ingegneri strutturisti e per dare modo ai propri clienti di interfacciarsi con l’azienda, illustrando le più importanti implementazioni e novità dei software.

Dopo la consegna della targa da parte dell’ing. Giuseppe Pica, General Manager Soft.Lab, il vincitore Claudio Valeri ha avuto modo di esporre dettagliatamente il proprio lavoro ai presenti, giustificando le scelte progettuali effettuate, rese necessarie da alcune criticità che presentava il sito di realizzazione dell’opera. L’ingegnere Claudio Valeri si è reso disponibile a soddisfare le curiosità e fugare i dubbi degli altri partecipanti, relativi alla modellazione dell’opera. Il vincitore ha poi ringraziato il proprio staff e in particolar modo l’ingegnere Daniele Pietrosanti, che ha contribuito in maniera decisiva alle diverse fasi di redazione del progetto.

Al vincitore è stato consegnato, inoltre, un buono sconto da utilizzare per l’acquisto di prodotti e servizi dell’azienda, e una copia del libro IperSpace, che passione! scritto dall’ing. Dario Nicola Pica, CEO e fondatore della Soft.Lab.

 

Il carico da vento secondo la Circolare applicativa alle NTC 2018

Gli effetti del vento sulle costruzioni sono costituiti da un sistema di forze aerodinamiche che dipendono dalla forma, dalla dimensione e dall’orientamento del corpo investito; la valutazione di queste azioni si effettua a partire dalla velocità del vento nel sito della costruzione.

I valori a cui si fa riferimento sono quelli medi che, data la loro lenta variabilità nel tempo e nello spazio, possono essere considerati costanti. Nonostante l’azione del vento sia di tipo dinamico, in fase di progettazione, questa viene ricondotta ad un’azione statica equivalente, costituita da pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici, sia interne che esterne, degli elementi che compongono la costruzione.

Quali novità per il carico da vento?

L’impianto delle NTC 2018 per la valutazione del carico da vento è rimasto immutato rispetto alla versione del 2008, infatti, a partire dal valore della velocità di riferimento vr nel sito in esame, funzione del tempo di ritorno TR, si calcola la pressione cinetica di riferimento qf e quindi la pressione del vento p:

    \[ p=q_{f}\cdot c_{e}\cdot c_{p}\cdot c_{d} \]

dove ce , cp e cd sono rispettivamente il coefficiente di esposizione, di pressione (ex coefficiente di forma) e dinamico; le indicazioni sulla valutazione di tali coefficienti sono riportati in linea generale nel testo della Norma (paragrafi 3.3.7-3.3.9) e in maniera dettagliata nella Circolare Applicativa (paragrafi C.3.3.7-C.3.3.9).

Il coefficiente di esposizione del carico da vento è tabellato in funzione della quota in cui sorge l’edificio, della topografia del terreno e della categoria di esposizione del sito (3.3.7); cd è, invece, il coefficiente dinamico con cui si tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni strutturali (3.3.9).

Il coefficiente aerodinamico o di pressione cp dipende dalla tipologia della costruzione, dalla sua geometria e dal suo orientamento rispetto alla direzione del vento. La trattazione delle metodologie di calcolo per la stima dei coefficienti aerodinamici rappresenta la parte più corposa, relativamente al carico da vento, della Circolare applicativa delle NTC 2018, nonché la sostanziale differenza con la Circolare del 2009.

L’analisi dell’azione aerodinamica del vento può essere effettuata, in maniera semplificata, attraverso l’utilizzo del coefficiente globale cpe, utile per valutare le azioni su estese porzioni di costruzioni o per il calcolo delle risultanti delle azioni indotte dal vento sugli elementi principali della struttura. Tale approccio è rimasto, in linea generale, immutato rispetto al 2009.

La principale novità è l’introduzione di due coefficienti locali, che consentono una rappresentazione più realistica del campo di pressione che si instaura sulle superfici delle costruzioni e che possono essere impiegati in alternativa ai coefficienti globali.

La norma riporta due differenti coefficienti locali: cpe,10  e cpe,1; il primo quantifica la pressione locale agente sugli elementi con area di incidenza maggiore o uguale a 10 mq; il secondo, coefficiente di dettaglio, quantifica quella relativa ad aree di incidenza minori o uguali a 1 mq..

Nella Circolare sono riportati dettagliatamente i metodi, in merito al carico da vento, per ricavare le tre tipologie di coefficienti aerodinamici relativi a edifici a pianta rettangolare, a pianta circolare, con copertura piana, a falda, inclinata, a volta, sferica, ecc. I valori dei coefficienti globali utilizzabili fino all’entrata in vigore delle NTC 2018, a differenza di quanto accade oggi, erano dipendenti esclusivamente dall’inclinazione rispetto all’orizzontale della superficie di analisi (Circolare NTC 2008, figura C.3.3.2).

Ulteriori novità sono rappresentate dall’introduzione della trattazione dei coefficienti di pressione relativi alle pareti verticali di edifici a pianta rettangolare (C.3.3.8.1.1) e del concetto di altezza di riferimento per le facciate sopravento (C3.3.8.1.1.1).

Il coefficiente aerodinamico relativo alle pareti verticali di edifici a pianta rettangolare non era esplicitamente riportato nella precedente versione della Circolare, ma si doveva far riferimento a quanto definito per le coperture il cui angolo di inclinazione rispetto all’orizzontale α era maggiore di 60°. In tal caso il valore di cpe  era pari a 0.8.

La versione attuale, invece, individua:

  • un coefficiente globale, funzione delle dimensioni della parete e della posizione rispetto alla direzione del vento (sopravento, sottovento e laterali), i cui valori sono diagrammati in base del rapporto h/d, avendo indicato con h l’altezza del manufatto e con d la profondità dell’edificio, valutata parallelamente al flusso di vento;

carico da vento carico da vento

  • un coefficiente locale cpe,10 e un coefficiente di dettaglio cpe,1, tabellati in base alla suddivisione dell’edificio in cinque zone di uguale pressione. La suddivisione si effettua in base al valore della dimensione e, pari al minimo tra i valori di b e 2h, avendo indicato con b la dimensione della parete perpendicolare al flusso del vento.

L’altezza di riferimento tiene conto del fatto che nella realtà la distribuzione altimetrica della pressione del vento sulle pareti della costruzione non è uniforme, come si ricava invece attraverso il coefficiente di esposizione. È opportuno, quindi, calcolare la pressione cinetica di picco in corrispondenza di un punto posto ad una quota di riferimento z_{e} tale da consentire la stima, generalmente a favore di sicurezza, della risultante delle pressioni agenti sulle pareti verticali dell’edificio.

Per gli edifici bassi, caratterizzati da un’altezza h minore della dimensione in pianta ortogonale al flusso del vento b, l’altezza di riferimento si assume costante e pari alla quota in sommità dell’edificio (z_{e} = h). Ne consegue che in fase di calcolo la distribuzione altimetrica della pressione del vento è assunta costante.

Per gli edifici alti, tali che risulti h ≤ b e b < h < 5d, si definiscono due zone distinte, all’interno della quali si può ancora assumere una pressione uniforme. Nella prima, che si estende sino alla quota z = b, l’altezza di riferimento è z_{e} = b; per la parte superiore si può operare in due modi differenti:

–  si effettua un calcolo semplificato, ottenendo una forza aerodinamica il cui valore è maggiore di quello reale, in cui si assume z_{e} = h e di conseguenza la pressione del vento è uniforme tra le quote z=b e z=h;

–  si suddivide l’edificio in tronchi di altezza arbitraria, a ciascuno dei quali corrisponde un’altezza di riferimento costante, pari alla sommità del tronco. Il calcolo che ne risulta è più oneroso ma i valori ottenuti sono più aderenti alla realtà e minori di che quelli che si ottengono applicando la proceduta semplificata. Per le zone laterali e sottovento si assume sempre z_{e} = hcarico da vento edifici alti

All’interno della circolare sono trattate tutte le tipologie di edifici ed elementi strutturali più diffusi: coperture, tettoie (C3.3.8.2), edifici a pianta circolare (C3.3.8.3), torri e tralicci (C3.3.8.7) ecc… La valutazione dei coefficienti di pressione relativi alle coperture si differenzia a seconda se la copertura sia piana (C3.3.8.1.2), a falda singola (C3.3.8.1.3) , a falda doppia (C3.3.8.1.4), a padiglione (C3.3.8.1.5), a falde multiple (C3.3.8.1.6) e a volta cilindrica (C3.3.8.1.7); per ognuna di queste tipologie sono riportati i coefficienti globali e locali da utilizzare in fase di progetto, differenziati in funzione delle dimensioni e geometria dell’elemento e dalla direzione del vento (ortogonale o parallela). La circolare del 2009 faceva riferimento, invece, ad un unico grafico di carattere generale. Analogamente è stato effettuato per le restanti tipologie sopra menzionate, con l’eccezione che la trattazione è relativa ai soli coefficienti globali.

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Guida IperSpace: come esportare i dati in kipLegno per progettare le unioni in legno

La nuova versione di IperSpace BIM prevede un plugin gratuito incluso nell’aggiornamento: l’export di tutte le informazioni necessarie per la progettazione delle unioni in legno con il supporto di kipLegno venduto e distribuito da Kipendoff engineering. Il software consente la verifica di unioni legno-legno, legno-c.a. e acciaio-legno con connettori a gambo cilindrico; dispone di una libreria unioni espandibile e unioni base per la progettazione di unioni complesse. Al termine della progettazione e verifica secondo le NTC 2018, kipLegno consente la stampa e le relative schede tecniche. IperSpace BIM legno e kipLegno consentono al progettista l’analisi, la verifica ed il calcolo di strutture in legno di notevole complessità attraverso un approccio di interoperabilità e trasferimento di informazioni in totale affidabilità.

L’export da IperSpace per le unioni in legno

Nella guida di seguito riportata, viene analizzata la struttura Capriata_legno presente nella directory Esempi di IperSpace BIM. Effettuato il calcolo del capannone in legno, si può procedere all’esportazione dei dati in kipLegno. Cliccare nella Barra dei Menù su File e successivamente, all’interno del box Importa/Esporta della Ribbon Bar, su Kipendoff.

IperSpace BIM Kipendoff

IperSpace consente all’utente di definire i dati di export andando a definire le Combinazioni, l’utilizzo delle sollecitazioni di verifica o calcolo, l’unità di grandezza delle lunghezze e delle forze, il nome del file ed il relativo percorso. Al termine della procedura facendo click sul tasto verde verrà generato il file di interscambio.

A questo punto occorre aprire il software kipLegno e procedere all’import dati. Fare click su Importa dati poi su Importa dati esterni e scegliere IperSpace. Il programma consente una doppia scelta di importazione:

  • da file interscambio kipModel (consigliato);
  • da relazione di calcolo (rtf).

La prima soluzione prevede la generazione di un file .xml da IperSpace in maniera automatica e semplice; la seconda soluzione prevede che l’utente debba unire la relazione di calcolo ed il fascicolo in un unico file .rtf. In questo esempio di procede dapprima con la prima soluzione.

kipLegno IperSpace

Scegliendo da file interscambio kipModel (consigliato) il software automaticamente procederà alla lettura delle informazioni. Effettuata l’importazione dei dati, è bene effettuare dei test di verifica per il corretto trasferimento dei dati. Nella colonna di destra inserire in dati asta legno l’indice dell’asta che si vuole verificare in asta spaz.num; in maniera automatica kipLegno compilerà tutti i campi (validare tali valori con i dati di IperSpace). Di seguito si riportano, a titolo di esempio, i dati dell’asta_100:

verifica asta

Al termine della procedura fare click su Salva dati e procedere alla progettazione del nodo.

La seconda casistica di importazione in kipLegno, prevede la realizzazione di un unico file .rtf in cui sono incluse la Relazione di calcolo ed il Fascicolo dei calcoli. Generato questo unico file .rtf di sceglie l’opzione da relazione di calcolo (rtf) e si effettua l’importazione. Effettuare i test di validazione come nel caso precedente.

Per poter utilizzare i dati appena importati da IperSpace a kipLegno occorre dapprima scegliere la tipologia di unione che si vuole progettare e poi indicare l’indice dell’asta interessata. Supponiamo di voler dimensionare il collegamento unione bicchiere dell’asta_100 scegliendo la tipologia di collegamento dal menù. Nell’editor di modellazione occorre definire il software di import ovvero IperSpace.

kiplegno

Successivamente nel menù oggetti dell’unione in legno cliccare su colonna e definire l’indice dell’asta che si vuole verificare. Il software in automatico importerà tutti i dati.

Procedere alla verifica dell’unione in legno. Per eventuali problemi di modellazione e verifica con il software kipLegno rivolgersi a Kipendoff engineering.

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